Regia: Monica Conti
Interpreti: Maria Ariis, Stefano Braschi, Giuditta Mingucci, Antonio Peligra, Andrea Soffiantini, Roberto Trifirò
scene e costumi di Domenico Franchi
Scritta nel 1919, deriva dalla novella Richiamo all'obbligo (1906). Il trasparente signor Paolino, professore privato, ha una doppia vita: è l'amante della signora Perella, moglie trascurata del capitano di mare Perella, che torna raramente a casa perché ha un'altra donna a Napoli ed evita di avere rapporti fisici con la moglie, usando ogni pretesto.La tresca potrebbe durare a lungo e indisturbata ma, inaspettatamente, la signora Perella rimane incinta del professor Paolino. Il professore è costretto dunque ad adoperarsi per gettare la sua amante fra le braccia del marito, studiando tutti i possibili espedienti. Il caso è drammatico, perché il capitano Perella si fermerà in casa una sola notte e poi resterà lontano almeno altri due mesi. Paolino farà preparare allora una torta afrodisiaca, suggerirà alla signora Perella di mettere in mostra “i tesori” di grazia e bellezza tenuti “gelosamente e santamente” custoditi e la truccherà addirittura da “baldracca” per attizzare nuovamente il marito restio agli obblighi coniugali e far passare suo figlio per figlio legittimo del capitano Perella e della moglie.
NOTE DI REGIA
Pirandello definì L'uomo, la bestia e la virtù una “tragédie noyée dans une farce”, in occasione della rappresentazione dell'opera a Parigi. Senza destrutturare il testo, come avevo fatto ne L'Innesto, ho centrato il mio lavoro sul doppio, che è presente nell'opera sia a livello tematico che linguistico. L'attrito tra un linguaggio ecclesiastico, melodrammatico e retorico (tipico dell'italietta del primo '900, ma purtroppo in voga molto spesso anche oggi) e ciò che esso vuole occultare, un fondo laido, osceno e scurrile, serve in questo apologo a esplorare la duplicità dell'uomo. Il ridicolo e lo strazio che deriva dal contrasto immanente tra l'uomo e la bestia che ogni uomo ha in sé. Lo squilibrio diviene poi parossistico quando l'ipocrisia vuole occultare l'eros e crea maschere oscillanti tra due poli, come nel caso della Virtù, questa beghina, madre e moglie, che nasconde la “baldracca da trivio” che farà riaccendere l'eros assopito della Bestia. Immagine che era già nella mente dell'Uomo che così la agghinda, Paolino, professore cinico e svogliato. Era già nascosta nella sua mente piovosa e bagnata, come forse anche tutte le altre figurine di questa storiella tragicomica sospesa tra realtà e sogno, che racconta molto, credo, anche oggi, di noi. (Monica Conti)
Teatro Sala Fontana Milano - dal 15 gennaio al 8 febbraio 2014